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I biostimolanti e la loro produzione

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Definizione di biostimolante

Secondo il Regolamento (UE) 2019/1009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019, Art. 47, si definisce:

Biostimolante delle piante” qualunque prodotto che stimola i processi nutrizionali delle piante indipendentemente dal suo tenore di nutrienti, con l’unica finalità di migliorare una o più delle seguenti caratteristiche della pianta o della rizosfera della pianta:

  1. efficienza dell’uso dei nutrienti;
  2. tolleranza allo stress abiotico;
  3. caratteristiche qualitative;
  4. disponibilità di nutrienti confinati nel suolo o nella rizosfera.

Tra le sostanze riconosciute biostimolanti rientrano microrganismi quali batteri azotofissatori (Azotobacter, Azospirillum, Rhizobium) funghi micorrizici, estratti di alghe e sostanze umiche.

Il lombricompost

Nello specifico il lombricompost, sia solido che liquido, può rientrare tra i biostimolanti, in quanto favorisce la crescita radicale e aerea della pianta, oltre ad avere effetti di biocontrollo sugli organismi fungini e sui fitopatogeni presenti nel terreno e sulla pianta stessa. L'apporto di lombricompost al terreno ne migliora la struttura e crea un ambiente di crescita più favorevole che permette alle piante di aumentare la propria resistenza agli stress biotici a abiotici, migliorandone il valore nutrizionale e nutraceutico.

Questo tipo di vermicompost deriva dalla decomposizione di materia organica morta svolta grazie all'azione congiunta di lombrichi e microrganismi che operano a temperature comprese tra i 10 °C e i 32 °C.  Al contrario, il compost "tradizionale" si ottiene per azione dei soli microrganismi che operano a temperature di circa 65 °C. Lo svolgimento del processo di compostaggio a queste temperature porta alla perdita di biodiversità interna. Il compost di lombrico può essere prodotto in cumuli, direttamente in campo, o all'interno di compostiere., sia liquido che solido, rientra proprio nell’ambito delle

Realizzando la propria compostiera, è quindi il proprio biostimolante, non solo è possibile migliorare la resa e la qualità del terreno che del raccolto, ma è anche possibile ridurre considerevolmente l’impatto dello smaltimento dei prodotti orticoli di scarto, incentivando un processo produttivo circolare più sostenibile. Questa filosofia è alla base di uno dei metodi di coltivazione organico-rigenerativa su piccola scala noto come Ortobioattivo, che ripropone le condizioni di sostenibilità degli ecosistemi naturali.

Ultimo aggiornamento

05.06.2024

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